ULTIMI ANNI:LA SFINGE

L'acrilico, le miniature, il computer e la comparsa della Sfinge...



Possiamo considerare come ultimo periodo della sua storia d'artista, gli anni che vanno dal 2004 alla morte, avvenuta nell'aprile del 2008. Un lasso di tempo durante il quale il peso dell’età cominciò a farsi sentire. Nella brutta stagione le uscite diventarono rare e sempre più sporadiche. Trascorreva le giornate in casa, dove aveva sistemato un cavalletto, dedicandosi all'acrilico su tela. Una pittura per certi versi stanca, utilizzando a volte colori scuri e con poco entusiasmo. Lavori carichi di marrone, quasi fossero il segno di una senilità incombente, che come una spada di Damocle pendeva dai suoi pensieri. Riflessioni, queste, insite in ogni uomo, quando le forze vengono in parte a mancare e si ha la consapevolezza che i giorni davanti saranno più incerti e sempre meno. In quegli inverni, però, destinò buona parte delle sue energie a quelli che lui definiva «Francobolli», cioè le miniature. Si adoperava, munito di lente, a trasformare piccoli pezzi di cartoncino in capolavori miniati. Piccoli acquerelli che conservano tutta la bellezza originale dei grandi quadri che era solito fare. Un lavoro difficile e di un estrema pazienza, reso ancora più arduo da una vista non perfetta, dovuta proprio all'età avanzata, davvero eccezionale: i suoi «Francobolli» possono considerarsi un ammirabile tributo all'arte.
Capitò che un Natale ricevesse in regalo, da parte dei figli, un computer. Dono che accettò di buon grado, pur non avendo nessuna nozione sul funzionamento di quella macchina infernale, ma con un idea ben chiara sul suo utilizzo e sulle sue applicazioni. Un strumento moderno a servizio dell'arte. Si entusiasmò. Acquistò vari corsi che lo erudirono sull'argomento, e in tante sere e nottate carpì parte dei segreti del diabolico apparecchio. Iniziò poi a sperimentare. Scannerizzò, modificò alcuni dei suoi quadri, creò nuovi disegni e poi li stampò. Non male per un uomo della sua generazione con una cultura elementare. Purtroppo, tutto quello studio è andato perso. Si sono salvate solo tre opere, tre piccole stampe d'acquerello; forse corrette o forse identiche all'originale. Il motivo della perdita di tutto questo risale a circa tre mesi prima la sua scomparsa, quando esordì la malattia. Formattò il computer, cancellando tutti i dati in esso contenuti. Lui sostenne che si era trattato di un errore, e addusse come scusa la presunta poca praticità con l'elaboratore.
Chissà se andò proprio così, o se non abbia cancellato di proposito tutti i file. Un quesito avvalorato da un disegno e da una scritta eloquentemente enigmatica, una visione comparsa proprio in quel periodo sul muro, appena sopra il monitor del computer. Effettuata con una semplice matita di grafite, la scritta posta all'apice cita: «La sfinge», e appena sotto vi è rappresentato questo elemento visto dall'alto e stilizzato. La parte inferiore di questo oggetto, a guisa di triangolo, poggia sulla punta di una piramide, che è in parte celata da un'altra piramide, posta in primo piano. Prendendo in considerazione la seconda ipotesi, e cioè che di sua volontà abbia rimosso tutti i file, viene da chiedersi: per che fine e per quale scopo rimuovere mesi di studio? Si sa che nella civiltà egizia il compito della sfinge era di stare a guardia dei luoghi sacri. Il suo nome significa «statua vivente» e si identifica con il sol levante, poiché ogni mattina, assiste al sorgere di questa stella. Simbolicamente è un costante richiamo alla sua resurrezione, ma nei secoli ha assunto, anche il significato di enigmaticità. Woodns ci ha lasciato ancora una volta un piccolo arcano. Un messaggio cifrato, dettato forse dal suo amore per l’occultismo.
Un'altra piccola passione, che insieme all’astronomia  ed alla fantascienza, coltivò nell’arco della sua  esistenza.  Tra le letture preferite,troviamo i libri di Isaac Asimov, di L. Ron Hubbard  e di
Giuliano Kremmerz , oltre a vari testi di astronomia.
Per svagarsi, invece leggeva appassionatamente i Fumetti dei supereroi, quelli della   Marvel. Dopo questa divagazione, prendiamo in considerazione le ultime belle stagioni. Rimase tutto immutato, la stessa voglia di mettersi fuori e le uscite frequenti, sino all'ultima primavera-estate, quella del 2007. Quando, come sottolinea la sua compagna Graziella, si notarono in lui una certa svogliatezza e stanchezza. Cosa che la sua arte può confermare. Risalgono infatti a quel periodo un notevole numero di opere incompiute. Quadri che iniziava e poi non finiva mai sul posto; e che non riprendeva più, neanche nel suo studio. Fatiche, queste, che ci sono pervenute così, come l'espressione di un uomo davvero stanco, o forse solo conscio dell'imminente sventura. Ribadita anche dai suoi ultimi lavori, quali l'autoritratto senile ed il pescatore solitario, perso nelle luci dell'alba. (Vedi l'immagine del pescatore, in home page) 

 

 

Autoritratto senile







Una pittura per certi versi stanca, utilizzando a volte colori scuri, lavori carichi di marrone e di ocra ... quasi fossero il segno di una senilità incombente , che come una spada di Damocle pendeva dai suoi pensieri.

 

Elementi eterogenei


Trascorreva la maggior parte delle giornate in casa... dedicandosi all'acrilico su tela.

Francobolli


In quegli inverni...si adoperava,  a trasformare piccoli pezzi di cartoncino in capolavori miniati.

Spettacolo pittorico


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