Gian Rino
Ortelli
Pittura come narrazione, Pittura come forma, Pittura come idea. La sintesi di queste tre concezioni della pittura, si può trovare nei quadri di Gian Rino Ortelli. Alla base delle sue opere, vi è un'idea che tuttavia non rimane mai statica e fine a se stessa, bensì si sviluppa in una narrazione che si concretizza attraverso la forma. La ricerca della narrazione è un filo conduttore che unisce opere tra loro molto diverse: dai quadri che comprendono un'incredibile gamma cromatica e rappresentano storie di "santi", ai recenti lavori dove il colore lascia che sia la luce a narrare e a svelare i corpi e le anime. Le prime opere monocromatiche sono influenzate dalla rivisitazione classica operata da Mitoraj. Ma se per la scultura la luce è un semplice mezzo, per la pittura può (deve) essere un fine. Protagonista è sempre la narrazione, che sia quella delle vite dei "santi", oppure quella dei movimenti della luce, che illumina le pieghe e svela i movimenti e l'anima, la quale impedisce di cogliere l'opera come immobile e di percepire i personaggi, anche se solitari, come isolati: l'impressione generale è sempre che i soggetti entrino in dialogo con chi guarda l'opera chiedendone una partecipazione emotiva per proiettarsi in una partecipazione più vasta. La narrazione tuttavia, come l'idea di per sè insufficiente a rendere completa un'opera d'arte, si concretizza nell'attenzione perla forma e nella ricerca dell'essenzialità dei mezzi. Da un iniziale utilizzo dell'intera tavolozza, si passa a opere monocromatiche, che rappresentano la sintesi estrema e il d'arrivo, attuale, della ricerca formale.
m. o.